Il tracollo di Ursula e della UE con i tribunali speciali

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La Presidente della Commissione Europea – Ursula von der Leyen – il 30 novembre scorso ne ha combinata un’altra, anzi, più di una comunicando in conferenza stampa dei dati imbarazzanti molto riservati sull’Ucraina* e le sue perdite militari.

Non contenta del disvelamento informativo, si è lanciata in una proposta che dovrebbe colpire la Russia, del seguente tenore: “La Russia deve pagare per i suoi crimini orribili. Collaboreremo con la Corte** penale internazionale [I.C.C.] e contribuiremo alla creazione di un tribunale specializzato per giudicare i crimini della Russia. Con i nostri partner ci assicureremo che la Russia paghi per la devastazione che ha causato” (ANSA, 30 novembre 2022). La Russia non è parte della I.C.C., la quale non ha giurisdizione su Paesi non membri dello Statuto di Roma. Gli USA ripudiarono la I.C.C. (v. American Service-Members’ Protection Act of 2002, Tit. II, Publ. L. 107-206 del 2 agosto 2002) G.W. Bush disse: ‘se vi azzardate a catturare e giudicare un americano o alleato lanceremo i nostri missili contro la vostra sede all’Aja’. Qualora la I.C.C. tentasse di giudicare un cittadino russo, il mondo non dovrebbe stupirsi se, facendo proprie le minacce degli USA, la Russia colpisse il Palazzo della Pace con i suoi missili.

Quanto alla creazione di un tribunale ad hoc, come lo furono il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (1993), il Tribunale penale internazionale per il Ruanda (1994), quello per la Sierra Leone (2000) e altre Camere straordinarie in Africa e Asia, è certo pensabile realizzarlo. Per avere credibilità occorrerebbe però assicurarsi il level playing field e giudicare anche altre gravi aggressioni che hanno turbato la coscienza dei popoli: Vietnam, Laos, Nicaragua, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia per citare alcune. In tutte queste aggressioni vennero commessi orribili crimini per i quali dovrebbero essere chiamati a rispondere non solo gli autori diretti ma anche e soprattutto i loro superiori secondo la corretta giurisprudenza annunciata dall’America nella sentenza contro il Generale Yamashita, 327 U.S. 1 (1946). E, per non dimenticare, occorrerebbe includere anche il più scellerato crimine di guerra e contro l’umanità, lo sgancio delle bombe atomiche sul Giappone, mai preso in esame da un tribunale occidentale (ci fu solo una sentenza giapponese, Ryuichi Shimoda v. Japan). Il Tribunale distrettuale di Tokyo stabilì, in dictum: “Gli Stati Uniti agirono in contrasto con il diritto internazionale, perché violarono sia il divieto di bombardamenti indiscriminati di città indifese sia il principio che proibisce l’uso di armi arrecanti sofferenze superflue. Quello che avvenne a Hiroshima e Nagasaki fu contrario a fondamentali precetti dell’ordinamento internazionale”.  Nel 1968, in Vietnam, My Lai rimarrà eterna memoria di soldataglia che perse l’onore militare.

Il 19 novembre 2005 a Haditha (Iraq) un Caporale degli U.S. Marines rimase ucciso per una bomba antiuomo. Poco dopo, otto Marines abbatterono 24 civili iracheni, donne, sei bambini aggrappati insieme dal terrore, anziani, un uomo in sedia a rotelle. “The most appalling episode of lawless cruelty in American history, the bombing of Laos (Anthony Lewis, NYT), le mine nei porti del Nicaragua e l’ignominioso Iran-Contra Affair di Reagan, [scatenerò una guerra aerea che aveva lo scopo di] “demolire, distruggere, devastare, degradare e finalmente eliminare le infrastrutture essenziali” della Jugoslavia (Gen. Wesley Clark), la tortura nella Bagram Air Base in Afghanistan, il massacro di cortei nuziali e funebri in Afghanistan e Iraq, la tortura ad Abu Ghraib in Irak, e i 500.000 bambini lasciati morire senza rimorso di Madeleine Albright in Iraq, la crudele uccisione del Col. Gheddafi in Libia. Per giudicare su tutti i maggiori crimini di guerra da chiunque commessi in tempi recenti servirebbe non un tribunale regionale specificamente convocato ma un tribunale mondiale simile a quello di Norimberga. In questa prospettiva, la Presidente della Commissione difficilmente riuscirà a trovare gli auspicati “partners”, quando quelli di maggiore peso si sono macchiati di simili crimini e tenteranno comprensibilmente di frapporre mille inghippi per fare naufragare il progetto.

Nicola Walter Palmieri

 

*  si rimanda all’editoriale di G. Gaiani sul sito Analisidifesa.it: La gaffe di Ursula von der Leyen che rivela le perdite ucraine – Analisi Difesa

La Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen continua a inanellare un flop dopo l’altro in tutti settori. Non è stata finora in grado di salvaguardare gli interessi europei nel conflitto in Ucraina, di gestire o arginare la drammatica crisi energetica che sta de-industrializzando la principale potenza economica mondiale (la Ue), non riesce a garantire la sicurezza dei confini esterni dai flussi migratori illegali (ma in questo non fa meglio delle commissioni che l’hanno preceduta) e sembra non riuscire neppure a nominare un inviato speciale nel Golfo Persico che possa godere di una qualche credibilità politica, se non agli occhi di italiani ed europei almeno a quelli dei leader delle nazioni di quella regione. La ciliegina sulla torta l’ha messa ieri il presidente von der Leyen parlando della guerra in Ucraina con una gaffe di proporzioni strategiche che conferma come la propaganda, specie quella di guerra, sia una cosa troppo seria per lasciarla gestire ai “dilettanti” oggi alla testa dell’Unione Europea. Ai fallimenti politici che hanno portato l’Europa ad aver già perso la guerra pur senza combatterla, si è aggiunta ieri la dimostrazione palese della inadeguatezza del presidente e del suo staff sul fronte mediatico, non certo secondario in tempi di crisi e conflitti. .   Forse nella foga di dipingere le devastazioni che i russi hanno inflitto all’Ucraina, il presidente von der Leyen ha avuto un eccesso di partecipazione alla causa di Kiev (come dimenticarla vestita con i colori della bandiera ucraina). Pur con queste “attenuanti” resta il fatto che l’errore compiuto è grave quanto dilettantesco poiché il presidente ha reso note una parte delle informazioni in suo possesso che dovevano restare “solo per i suoi occhi”. La signora von der Leyen ha infatti citato numeri “sensibili”, solitamente coperti da segreto durante una guerra, relativi alle perdite subite da Kiev: “oltre 20 mila civili e più di 100 mila militari”.

** Corte Penale Internazionale (ICC, International Criminal Court)

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