Ancora Guerre sporche sui Civili?

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Il divieto1 di bombardare civili era già in vigore durante la seconda guerra mondiale. J. M. Spaight2 disse: “Certo che siamo stati noi a iniziare l’offensiva di bombardamento strategico [l’11 maggio 1940 bombardando la popolazione civile della Westfalia], è stata una splendida decisione”. Il ‘terror bombing‘ degli inglesi è confermato da F.J.P. Veale nel suo libro Advance to Barbarism. La credibilità delle Convenzioni finì nelle tempeste di fuoco delle città tedesche e giapponesi (Mannheim, Amburgo, Dresda, Tokyo, Hiroshima, Nagasaki) con milioni di vittime civili. A Milano, il 20 ottobre 1944 James Knapp, colonnello della USAAF3 uccise 209 civili fra cui 184 alunni della scuola nel quartiere Gorla (342 bombe, 80t di esplosivo). Sapeva che violava la legge, ma non se ne curò. Fu crimine di guerra. Knapp non venne punito, neppure si sparò un colpo alla tempia come da tradizione militare per un Ufficiale che ha perso l’onore di soldato.

(Ndr: si segnala l’incontro organizzato dall’Istituto Studi Politici Giorgio Galli – ISPG il 9 novembre, con partecipazione libera, alle ore 21.15, info sul sito web : GUERRE IBRIDE: bombe sui civili ieri e oggi – I.S.P.G. (istitutostudipolitici.it)

Corea e Vietnam

Dopo la seconda guerra mondiale il sistema di terror bombing continuò. Il Generale americano Bomb Away LeMay si vantò di avere incendiato “tutte le città della Corea del Nord, e anche numerose della Corea del Sud”. Questa guerra costò la vita a 1,5 milioni di civili. L’America si inventò la battaglia navale del Tonchino (4 agosto 1964). Il Commander James Stockdale, pilota navale, riferì che i “nostri cacciatorpediniere spararono contro obiettivi-fantasma” e Johnson ammise in seguito: “Questi nostri stupidi marinai, spararono a pesci volanti”. La sceneggiata dei barchini nord-vietnamiti all’assalto della Marina americana riuscì a galvanizzare la fantasia guerresca del Congresso americano che lasciò mano libera a Johnson di lanciarsi appieno nell’avventura del Vietnam. Il coinvolgimento americano durò dieci anni, con intensi bombardamenti, anche sul Laos e la Cambogia, e vide l’impiego di armi chimiche (defoliante con diossina). Lasciò la tragica testimonianza della strage di My Lai. Nessuno sanzionò l’America. Le vittime civili sono state stimate in due milioni nel Vietnam, da 150.000 a 500.000 in Cambogia. Il Laos, del tutto estraneo al conflitto, subì in nove anni quasi 600mila incursioni da B-52, AC-130, elicotteri e aerei da combattimento, divenne il Paese più bombardato di tutti i tempi, perse sotto le vietate bombe a grappolo, oltre il 10% della sua popolazione, 196.000 civili, ancora (2022) cosparso di bomblets a forma di ovetti di Pasqua perfidamente colorati che continuano a mietere vittime specialmente fra i bambini attratti dalla accattivante forma e colore degli insidiosi ordigni.

Afganistan I

Sei mesi prima dell’aggressione sovietica contro l’Afghanistan, gli USA si allearono con i fondamentalisti per destabilizzare il regime filo-sovietico che si era affermato a Kabul. Il dato è confermato dal Capo della CIA Robert Gates (From the Shadows, p. 146) e da Zbigniew Brzezinski il quale scrisse: “Abbiamo attirato i russi nella trappola, . . . non li abbiamo spinti a intervenire ma abbiamo intenzionalmente aumentato la probabilità che lo facessero”. Il 25 dicembre 1979 l’URSS invase l’Afghanistan e il Presidente Carter sanzionò la Russia con il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca (1980). Non tutti lo seguirono, 15 Paesi fra cui Italia, Francia, Regno Unito, Spagna e Svizzera parteciparono ai Giochi sotto bandiera olimpica. La guerra finì dieci anni dopo. La stima delle vittime civili va da 600.000 a due milioni.

Dopo la caduta del Muro

Nel novembre ’89, gli USA annunciarono il piano imperiale dell’America. Wolfowitz e Cheney scrissero (18 febbraio 1992) il programma con il quale esaltarono la preminenza dell’America come unica nazione capace di difendere il mondo da armi nucleari che non avrebbe permesso a nessuna superpotenza di emergere in Europa, Asia o nei territori della ex-Unione Sovietica. Per realizzare il programma occorreva creare instabilità e frammentare gli Stati unitari comunisti o di inclinazione comunista. “Scatenerò una guerra aerea che avrà lo scopo di demolire, distruggere, devastare, degradare, e finalmente eliminare le infrastrutture essenziali della Jugoslavia” disse il Generale americano Wesley Clark, Supreme Allied Commander Europe (SACEUR), NATO. Mantenne la promessa.

Jugoslavia

Senza l’intervento occidentale, la Jugoslavia4 sarebbe rimasta un Paese tranquillo, ma l’Occidente voleva instaurarvi le sue regole di capitalismo. Scoppiarono gravi disordini interni, la Federazione venne disintegrata dall’aggressione NATO sotto gli occhi impassibili del mondo (in particolare del paralitico Consiglio di sicurezza) con 23.000 bombe (anche a grappolo), missili, proiettili all’uranio spento, napalm nero, mine di terra paracadutate, sostanze chimiche di sterilizzazione, veleni per distruggere i raccolti, gas nervini. Gli attacchi NATO erano diretti a colpire e uccidere intenzionalmente le popolazioni civili, i piloti NATO applicarono la vile tattica di ritornare dopo 15 minuti sul punto già bombardato per uccidere anche i soccorritori. La NATO concentrò il fuoco sui serbi ma i croati non erano stati da meno quanto a brutalità. La NATO non venne indagata dal Tribunale speciale per la Jugoslavia, sanzioni vennero spiccate solo contro la Serbia. L’Aia fece catturare Mladic e Milosevic, ma non fece altrettanto con il filo-nazista anti-semita croato Tudjman, né con il presidente USA (Clinton), né con la americana Albright e il Cancelliere tedesco (Kohl), neppure con i Capi NATO e quelli degli Stati che si accodarono all’assalto distruttivo. Catturò anche Generali croati ma li assolse, la Croazia era nel frattempo diventata membro NATO. Le vittime civili furono oltre 100.000.

Iraq e Afganistan II

Dopo avere usato gli iracheni nella guerra contro l’Iran, Reagan mostrò quanto fosse spregevole il suo modo di pensare e agire: sostenne ufficialmente l’Iraq, ma non si oppose quando gli iracheni impiegarono gas nervini sul campo di battaglia causando gravi perdita agli iraniani (i quali per motivi religiosi non risposero in rappresaglia). Allo stesso tempo, usando come intermediario Israele, vendette duemila missili all’Iran per finanziare i contras impegnati a combattere i sandinisti del governo nicaraguegno (Iran-Contra-Affair). Nel 2001 Bush invocò l’art. 51 dello Statuto ONU sostenendo di avere subito attacco armato dall’Iraq. Dopo l’11 settembre 2001, l’America fremeva dall’impulso di vendetta, doveva trovare il colpevole, un qualsiasi colpevole. Bush disse che era stato l’Afghanistan, e la plebe gridò morte all’Afghanistan. Meno di un mese dopo i fatti di terrorismo, il 7 ottobre 2001 l’America iniziò la guerra che durò oltre venti anni. Secondo Bush era guerra al terrorismo, scopo dell’aggressione, distruzione di al-Qaida e cattura di Osama bin Laden. Le vittime civili sono stimate in 38.000. La partecipazione dell’Iraq agli attacchi terroristici fu poi smentita addirittura dalla Commissione d’inchiesta americana, come la tesi di un imminente attacco iracheno con armi di distruzione di massa.

La fiala di Colin Powell

Gli ispettori IAEA nulla trovarono. Unico elemento offerto come prova fu la fiala con polverina bianca che Colin Powell esibì all’ONU sostenendo che contenesse antrace. La foto con la fialetta fece il giro del mondo, e così fecero le parole di Powell: “Non ci può essere alcun dubbio che Saddam abbia armi biologiche. Abbiamo la certezza che Saddam stia lavorando per produrre armi di distruzione di massa”. Con un sol colpo, Powell distrusse la sua credibilità e onorabilità, Bush – con Blair che gli teneva bordone – incantò l’opinione pubblica mondiale e corse alla guerra (5 febbraio 2003) contro l’Iraq “da solo” (I go it alone) perché l’ONU tardava a dargli luce verde. La guerra5 americana (con oltre quaranta stati volenterosi in vetrina) durò nove anni. Causò circa 200.000 vittime civili.

La Libia

Durante il regime di Gheddafi la Libia riuscì ad aggirare la trappola dei sistemi di mercato occidentali instaurando un sistema economico distributivo e raggiunse un alto livello di sviluppo umano. Intenti ad aumentare disuguaglianza e impoverimento, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale imposero sfruttamento, alienazione e de-umanizzazione. Gheddafi riuscì a non farsi sopraffare dalle sanzioni e dalle peggiori imposizioni dell’IMF, le liberalizzazioni e le privatizzazioni a oltranza. I riformatori liberali del suo governo istituirono la Lybian Investment Authority, fecero l’errore di addentrarsi nel sacro territorio della oligarchia finanziaria occidentale che prontamente inviò la NATO. Nel 2011 il Consiglio di sicurezza autorizzò gli Stati Membri a prendere le misure necessarie per proteggere civili e aree popolate da civili da attacchi nella Jamahiriya Araba della Libia” (Ris. 1973/2011). La Nato passò all’attacco (9 marzo 2011) bombardando le truppe governative “per proteggere la popolazione dal genocidio che Gheddafi avrebbe da lì a poco inflitto al suo popolo”. La NATO fornì appoggio ai ribelli raccolti nell’organizzazione terroristica Libyan Islamic Fighting Group, impiegò bombe umanitarie che uccisero 60 civili secondo l’ONU, 1.108 secondo il Lybian Health Office. Milioni di civili scampati alle bombe si misero in cammino, con incerta speranza di pace.

Ieri come oggi

Le violazione6 delle leggi e gli usi di guerra qui ricordati sono crimini di guerra. E’ questione di noi e loro, Erich Fromm ha scritto che: “Da un giorno all’altro, una nuova nazione viene presentata come terribilmente depravata e diabolica mentre la propria è simbolo del bene e di nobiltà. Ogni azione del nemico è giudicata secondo uno standard, ogni nostra secondo uno diverso. Persino le buone azioni del nemico vengono trasformate in cattiveria infernale e disonestà, mentre le nostre vengono presentate come necessarie e giustificate da nobile intento. L’obiettività è diventata eccezione, la narcisistica distorsione la regola”.

                         

           Nicola Walter Palmieri

Immagine copertina tratta da:  Carta: le guerre degli Stati Uniti - Limes (limesonline.com)

1La Convenzione dell’Aia del 1907, art. 25, vieta di bombardare città, villaggi, abitazioni o edifici che non siano difesi, norma ripresa dagli artt. 50, 51, 52, 57 del Protocollo 1977 (Conv. Ginevra 1949).

Il Generale americano Telford Taylor ebbe a dire: “Parlare di Convenzione dell’Aia è ipocrisia assoluta, dovremmo piuttosto riconoscere che noi stessi siamo pronti a fare le cose per le quali abbiamo impiccato e imprigionato i Generali giapponesi e tedeschi”.

2 Segretario Principale del Ministero dell’Aria Britannico

3 Acronimo di United States Army Air Forces

4 La Jugoslavia aveva goduto di vigorosa crescita fra il 1960 e il 1980 secondo il modello economico di socialismo di mercato, la gente conviveva in pace, il Paese era pronto a occidentalizzarsi. Ma una parte dell’economia continuava a rimanere nel settore pubblico, la miniera Trepca per esempio, “luccicante premio da arraffare”. America e Fondo Monetario Internazionale (IMF) inseguivano la precisa agenda di privatizzare o demolire, globalizzare e impoverire il popolo.

5Finitela di violentare, di torturare, di uccidere. Andatevene finché siete in tempo a farlo. Ci sarà caos? Guerra civile? Spargimento di sangue? Accettiamo il rischio, ma prendetevi i vostri fantocci, i vostri carri armati, le vostre bombe intelligenti, i vostri politici ignoranti, le vostre vuote menzogne, i vostri stupratori, i vostri sadici torturatori, e andatevene” (Baghdad Burning).

6 I causidici cercano di limitare la connotazione di crimine di guerra a poche rare situazioni ma ci vuole poco per capire che sganciare con dolo bombe a grappolo sopra aree abitate e creare tempeste di fuoco, con lo specifico intento di assassinare squartando, decapitando, lacerando, facendo bruciare gli organi e scoppiare le visceri delle vittime, è crimine di guerra. Si verifica ogni giorno, in tutte le guerre, ma se gli autori dei crimini sono dei nostri (o loro Superiori, fin su ai massimi Comandi, non vengono mai puniti). La responsabilità del Superiore era stata enunciata dalla Corte Suprema americana nel processo In re Yamashita, 327 U.S.1 (1946).

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