Prima di festeggiare, chiediamoci chi paga le armi date all’Ucraina e i suoi debiti

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La Federal Reserve, la prossima crisi americana del 2023 e la recessione mondiale

La settimana scorsa la Federal Reserve Americana ha tenuto la riunione finale del 2022 e ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base, che variano sul mercato quindi dal 4,25% al ​​4,50%. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha stabilito che il tasso sui fondi Fed salirà tra il 5,00% e il 5,25% all’inizio del 2023 e rimarrà a quel livello per tutto l’anno. Quindi, le speranze di allentare la politica dei tassi nel prossimo 2023 sono state deluse. Gli investitori hanno reagito scaricando i titoli azionari e ciò è continuato per la maggior parte della settimana. Il presidente della Federal Reserve, Powell, ha il duplice mandato di mantenere la stabilità monetaria e la piena occupazione. Un’economia solida è necessaria per raggiungere la piena occupazione, ma l’inflazione, il nemico numero uno della stabilità dei prezzi, fa capolino quando l’economia è solida. Pertanto, in questi casi, la Fed – come fanno tutte le Banche Centrali, inclusa la BCE – aumenta i tassi d’interesse per evitare che l’economia si surriscaldi fino al punto di un’inflazione dilagante. Purtroppo è un metodo di teoria economica Keynesiana, che dice che quando i prezzi si alzano, occorre fare pagare di più il denaro, il che darà origine ad un processo di deflazione. E qui sta il primo problema.

Nel 2020, a causa del coronavirus, negli USA molte persone hanno perso il lavoro e la disoccupazione, che è stata elevata per tutto il 2020, ha iniziato a diminuire alla fine del 2021. In modo parallelo, anche in Italia è successo lo stesso, con una certa divergenza fra l’Italia e gli paesi UE e la UK. Durante quel periodo, la Federal Reserve si è giustamente concentrata sul mantenimento della piena occupazione, dichiarando che l’aumento dell’inflazione era transitorio. La prima riunione della Fed del 2022 è stata alla fine di gennaio, quando l’indice dei prezzi al consumo era già al massimo di 39 anni del 7,00%. 

La Fed ha continuato a dire che l’inflazione era transitoria. Alla riunione di metà marzo, la Fed non poteva più negare che l’inflazione fosse destinata a restare, al 7,90%, e decise di iniziare ad alzare i tassi di interesse, di soli 25 punti base. Quando la Fed iniziò a prendere provvedimenti contro l’inflazione, la situazione tra prezzi e l’economia americana era già rovente. La Fed arrivò in ritardo alla festa. Negli USA, in queste ultime settimane del 2022, i parametri dicono che l’inflazione ha iniziato a diminuire e comunque la disoccupazione rimane a un tasso basso del 3,7%.

Tuttavia, ci sono stati alcuni indizi che il ciclo dell’economia è in transizione. Questa settimana è stato riferito che le vendite delle abitazioni nuove sono scese dello 0,5% e le vendite delle case esistenti sono diminuite del 7,7%. Nei recenti Black Friday e Cyber Monday**, che storicamente segnavano grandi incassi nelle vendite al dettaglio e permettevano di reintegrare le scorte per Natale, è stato riferito che le vendite hanno subito un duro colpo, con il maggior calo nel settore degli autoveicoli. I consumatori americani sono riluttanti ad acquistare case o automobili a causa degli alti tassi d’interesse e delle preoccupazioni per una recessione imminente. L’indicatore di tendenza degli utili, ETI, è sceso di altri 0,01 punti a un livello di 1,06 e quindi il tasso di declino ha oscillato da 0,01 punti/settimana a 0,02 punti/settimana. Se l’ETI scendesse di sotto a 1,00, ciò indicherebbe una recessione negli utili aziendali delle Aziende del SP500. Ci troveremo in uno strano scenario di mercato in recessione in cui gli utili e l’inflazione stanno diminuendo, mentre i tassi di interesse stanno aumentando. Un vero mercato ribassista, con guadagni in calo e tassi di interesse in aumento potrebbe significare un disastro per l’economia. Il presidente Powell e i suoi consiglieri pianificano di combattere l’inflazione mantenendo alti i tassi di interesse per il 2023 e questo non andrà bene per l’economia o per gli utili aziendali. Purtroppo, l’indice favorito della Fed per misurare l’inflazione è il CPI***, in altre parole l’Indice della spesa per i consumi personali che oggi è stato superiore alle attese e questo indica alla Fed che dovrebbero mantenere la rotta dei tassi alti.

Quando la Federal Reserve deciderà di agire in una direzione diversa, sarà probabilmente troppo tardi. Sembra che siano sempre un passo indietro e non siano in grado di intervenire in modo flessibile.

In questi giorni sia l’Italia del Governo Meloni che gli USA del Presidente Biden hanno approvato la Finanziaria del 2023. La Finanziaria USA prevede un deficit di spesa enorme, tra welfare e spese militari, incluso il sostegno alla guerra Ucraina. Il punto è che per tale deficit i Treasury Bonds dovranno essere emessi al tasso del 4-4,5%, e la Fed terrà il tasso sul denaro al 5%.

Previsioni

Si può immaginare l’incremento che avrà il Debito Pubblico degli USA con questi interessi. Se l’economia va in recessione e gli utili scemano, è sempre più difficile per il Governo USA ripagare questi tassi elevati con il gettito fiscale. E’ altrettanto chiaro che una recessione Americana impatterà soprattutto sui Paesi Europei e la Gran Bretagna. Prospettiva politico economica poco piacevole per il 2023.

                                   

 Fabrizio Gonni  Laurea in Ingegneria, MBA Economia Aziendale. Componente Istituto Studi Politici Giorgio Galli-ISPG

* Un’altra indicazione di una svolta economica è che le prospettive sugli utili per il prossimo trimestre, secondo FactSet, dovrebbero diminuire del 2,8%. Il parametro Earnings Trend Indicator, ETI, che misura la crescita degli utili del SP500, è in costante calo dal 27 maggio 2022.

** Il Cyber Monday è stato lunedì 28 novembre 2022. Il Black Friday il venerdì precedente, ovvero il 25 novembre. In linea teorica, le offerte del Cyber Monday si distinguono perché relative all’elettronica di consumo. Nella pratica questo non è sempre vero, o almeno non ci sono esclusivamente prodotti di tecnologia. Inoltre, sebbene si parli di un singolo giorno, le promozioni di solito partono già dal week-end.

*** Il Consumer price index (CPI), dall’inglese indice dei prezzi al consumo, è un indice che viene calcolato per mezzo di una media ponderata dei prezzi relativi ad un paniere (insieme) di beni e servizi in un determinato periodo di tempo. Tale paniere è rappresentativo delle abitudini di spesa del consumatore (urbano) americano medio. Il CPI è importante in quanto, misurando le variazioni dei prezzi, segnala l’aumento dell’inflazione. Il CPI viene utilizzato dal Governo federale Usa insieme con altri indicatori per decidere quali politiche economiche mettere in atto per prevenire l’inflazione, per calcolare il Pil, che tiene conto della variazione dei prezzi, e per decidere quali programmi governativi adottare in materia di welfare e assistenza.

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