Le code di paglia bruciano come stoppie

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L’ennesima tempesta estiva si è abbattuta su un libro ritenuto non ‘allineato’. Questa volta nel mirino non è uno scrittore di professione, ma un generale che di professione dovrebbe essere abituato a stare sotto il tiro dei nemici. Roberto Vannacci ha recentemente dato alla stampe – in proprio – “Il mondo al contrario” e immediatamente si è scatenata l’ira del mondo elitario formato dai giornaloni controllati dall’élite finanziaria internazionale. Insomma, un’occasione ghiotta per i pasdaran del politicamente corretto. Il testo (1) è così diventato una specie di pietra focaia utilizzata per appiccare l’incendio su molti giornali, amministrati dai detentori ‘del Vero e del Falso’. Sfogliando il volume è difficile marchiare i suoi contenuti in una categoria precisa, forse lo si potrebbe collocare in quella molto vasta e eterogenea che si oppone alla demolizione sistematica del nostro sistema di valori, del passato storico, culturale, filosofico. Ogni capitolo è costituito da almeno venti pagine. Uno spazio più che sufficiente per articolare i temi trattati. Come si dovrebbe fare per tutti i libri che appaiono diversi dal proprio pensiero, sarebbe opportuno almeno leggerli prima di criticarli. In fondo, anche i nemici (trattati come bersagli dalla sinistra-dem-mondialista) potrebbero avere spunti interessanti. L’antico stratega cinese Sun Tzu ne fece un architrave del proprio pensiero: conoscere profondamente il proprio nemico, appunto. Però, sembra che il libro sia stato letto da pochissimi, che non sono quelli che si sono scatenati nella alacre e servile opera di linciaggio a prescindere. Da una decina di giorni è cominciato il massacro mediatico, per cui c’è da chiedersi quando costoro avrebbero letto e compreso il libro. Nella terza pagina delle premesse, il generale-scrittore dichiara: “Quest’opera rappresenta una forma di libera manifestazione del pensiero ed espressione delle personali opinione dell’autore e non interpreta posizioni istituzionali o attribuibili ad altre organizzazioni statali e governative”. Quanto basta per vincere tutte le cause giudiziarie-disciplinari che potranno colpirlo, salvo la lapidazione in pubblica piazza. Il Sinedrio dei Giornaloni, gran gestore del Vero, ha totalmente “dimenticato” questo passaggio. Per una descrizione puntuale e sintetica di ogni capitolo rimando alla precedente recensione reperibile in nota (2). Va detto che l’Autore è un personaggio particolare all’interno delle gerarchie militari, per coraggio e capacità di sostenere i diritti dei militari danneggiati da sconsiderate scelte ‘politiche’. Le recenti cronache narrano che egli abbia denunciato, con dettagliati esposti all’autorità giudiziaria militare, i danni provocati dall’uranio impoverito usato dalle forze Nato in Serbia, Kossovo, dove molti militari italiani sono poi morti o sopravvissuti con forme aggressive di leucemia (3)

Le precise accuse del generale Vannacci sono state – per induzione – trasferite sulla passata gestione della Difesa dell’attuale presidente della Repubblica italiana all’epoca dei fatti citati. In tale ruolo diventa il responsabile oggettivo delle ricadute geopolitiche, umanitarie, dei militari nel coinvolgimento italiano nelle operazioni nei Balcani. Con la pubblicazione del libro Vannacci potrebbe essere entrato nella lista nera del Colle e dei vertici militari. La reazione scomposta dell’attuale ministro della Difesa lo dimostrerebbe. Le varie accuse ricevute da Vannacci pesano. Il libro è diventato l’occasione per un regolamento di conti fra i Custodi del Vero/Falso ( attestati sul Colle), lo Stato Maggiore della Difesa e l’Autore (4). La condanna mediatica a reti unificate è un palese segnale di gestione dei rapporti poco trasparente, a cui gli Alti Comandi e il Colle cercano di porre riparo facendo intervenire scompostamente l’attuale Ministro della Difesa italiana.

Si tratta dunque di una lite che ha origini pesanti, non è da cortile. Non possiamo tuttavia esimerci dal fare qualche domanda. Perché questo volume-manifesto è stato pubblicato adesso e non prima? Perché un generale di divisione (due stellette) con un curriculum professionale di tutto rispetto rischia, per il solo fatto di avere espresso delle ‘idee’, con garbo e buone maniere, di essere destituito e diventare anche oggetto di provvedimenti disciplinari?

 

 Manlio Lo Presti


La presentazione del libro sul sito web di  Amazon:

“Il titolo la dice lunga sul tenore e sui contenuti di questo libro. “Il Mondo al contrario” vuole infatti provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità. “Cosa c’è di strano? Capita a tutti, e spesso” – direte voi. Ma la circostanza anomala è rappresentata dal fatto che questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, a fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo. Alieni che vagheggiano nel presente avendo l’impressione di non poterne modificare la quotidianità e che vivono in un ambiente governato da abitudini, leggi e principi ben diversi da quelli a cui eravamo abituati.
Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività. I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy.”

 

Fonte immagine: https://www.congedatifolgore.com/it/bagdad-legion-of-merit-al-generale-roberto-vannacci/

Note:

  1. Il testo di oltre 355 pagine si sviluppa su tredici capitoli toccando temi sensibili da una larga parte della popolazione che è continuamente mediaticamente bombardata da messaggi di rabbia. Di impotenza, di insoddisfazione, di paura del futuro. Questa gente, brutalizzata senza sosta perché l’apparato cognitivo vada in pezzi, viene accusata di essere becera, fascista, ignorante senza laurea, con lavori umili, e, forse, con la circonferenza cranica inferiore a quella posseduta dai buonisti, mondialisti, ecc.  Si tratta del solito cerchio distopico ben amministrato dagli stessi tecnologi della sovversione che hanno allestito il tragico teatrino.
  2. https://www.lapekoranera.it/2023/08/24/il-mondo-al-contrario-il-generale-vannacci-contro-la-teologia-buonista-inclusiva/.
  3. Sembra che le famiglie dei morti siano state risarcite (con raccomandazione al silenzio). Sono operazioni attuate alla chetichella per oscurare le gravissime responsabilità dei comandi Nato: https://www.bellunopress.it/2023/03/22/la-nato-chiede-immunita-per-luranio-impoverito-e-si-prepara-a-usarlo-in-ucraina/ e anche: https://ilmanifesto.it/civili-serbi-e-soldati-italiani-lo-stesso-mortale-uranio-impoverito. Al seguente link il bilancio ufficiale dei 78 giorni di bombardamenti Nato in Serbia: “Le bombe sganciate dalla Forza Alleata avrebbero causato in tutto la morte di 2.500 civili, tra i quali 89 bambini, 12.500 feriti e un numero di profughi che va da 700 mila a un milione. Human Rights Watch ha calcolato fra 489 e 528 le perdite di civili jugoslavi provocate dai bombardamenti. In queste cifre non sono comprese le morti di leucemia e di cancro causate dagli effetti delle radiazioni dei proiettili a uranio impoverito. ( https://www.agi.it/estero/news/2022-03-24/quando-nato-decise-colpire-serbia-fermare-massacro-kosovo-16121154/ ). Si tenta, ma senza esito di intaccare l’impunità delle forze Nato responsabili materiali della operazione targata “Operation Deliberate Force”:  https://www.lindipendente.online/2022/06/07/la-corte-suprema-serba-processera-la-nato-per-le-bombe-umanitarie-del-1999/  e qui: https://www.limesonline.com/cartaceo/quando-e-lecito-intervenire-in-nome-dellumanita-operazione-allied-force-nato-kosovo . Va ricordato che la Nato con l’interforze KFOR iniziò le operazioni senza attendere la preventiva autorizzazione dell’Onu https://www.agi.it/estero/news/2022-03-24/quando-nato-decise-colpire-serbia-fermare-massacro-kosovo-16121154/. La puntuale descrizione delle operazioni e le loro motivazioni strategiche a vantaggio degli americani è reperibile qui: https://www.difesa.it/InformazioniDellaDifesa/periodico/IlPeriodico_AnniPrecedenti/Documents/La_strategia_della_NATO_nei__356occidentali.pdf L’aggressione della Nato è stata descritta anche dal rigoroso e allineato mensile geopolitico Limes:  https://www.limesonline.com/cartaceo/il-club-dei-suicidi-intervento-nato-in-kosovo-1999.  In sede parlamentare i documenti sono visionabili qui: http://documenti.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/022bis/023bis_v1/00000002.pdf.
  4. La premessa del libro, totalmente ignorata, e l’articolo 1472 del C.O.M. – Codice dell’Ordinamento Militare visionabile qui: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/05/08/106/so/84/sg/pdf

 

 

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