2022: ancora un conflitto in Crimea?

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Dalle ultime notizie stampa c’è un rischio concreto che il conflitto dilaghi in Crimea (nell’immagine la mappa del 1854, anno del primo conflitto). Nikita Krusciov –  Chruščëv – primo segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica – di etnia ucraina, nel 1954 pensò di poter fare quello che facevano nel Medio Evo Papi e Imperatori: regalò la Crimea, da secoli russa, all’Ucraina1. Nel XX secolo regalare sovranità non era più possibile, il mondo non lo avrebbe riconosciuto. Nella concezione moderna di diritto internazionale, la sovranità appartiene al popolo (Cost. Italiana, art. 1), non a un Capo politico; “one Nation under God, indivisible” (USA). Raramente le Costituzioni permettono cessione di sovranità con referendum popolare. È escluso in Italia, in USA, e lo era in Russia nel 1954 (comunque, non ci fu referendum russo per il regalo della Crimea alla Russia). Chruščëv violò la legge della Russia e commise alto tradimento. Fu “violazione della Costituzione sovietica” disse l’ex-Primo Segretario dell’Unione Sovietica Michael Gorbačëv. Fu atto nullo, affetto da vizio insanabile. L’Ucraina accettò il regalo invalido, e tenne la Crimea come se fosse diventata territorio sotto sua sovranità.2

Nel 2014 la Russia corresse l’errore di Chruščëv rioccupando la penisola. Per eccesso di prudenza venne indetto in Crimea, sempre nel 2014, un referendum di autodecisione per il ritorno della Crimea nella Russia (Statuto ONU, articolo 1.2) che si tenne con ampia affluenza e maggioranza vicina all’unanimità di voto favorevole al ritorno della Crimea nella Russia.3  L’esito di questo referendum non piacque all’Occidente e, nonostante l’osservazione di ispettori stranieri, l’ONU lo dichiarò invalido.4 L’Occidente insorse per condannare la Russia come aggressore (l’essersi ripreso ciò che era suo ed era rimasto tale durante gli anni di occupazione ucraina). Alcuni Stati fecero a gara nel cercare il pretesto per attaccare Putin. Pochi mesi dopo la rioccupazione russa della Crimea ci fu il tragico abbattimento (in Ucraina, con missile di era sovietica) di un aereo di linea malese (MH17), forse cinicamente voluto da chi perseguiva altri fini. Lo Spiegel tedesco (28 luglio 2014) non esitò a incolpare dell’abbattimento immediatamente dopo il fatto, servilmente e senza base né prova, il Presidente russo. Il settimanale tedesco si ispirò apparentemente alla nuova (corretta) giurisprudenza in base alla quale il superiore è sempre (cor)responsabile delle azioni dei subalterni. Il concetto era stato statuito dalla Corte Suprema americana (In re Yamashita, 327 U.S. 1 (1946) ma mai applicato a presidenti e Comandanti militari americani (e di altre grandi nazioni).

Da otto anni, i media mondiali condannano l’affermazione di sovranità russa sulla Crimea (chiamandola aggressione, ma che in realtà fu esercizio di un diritto). Nessuno fece lo sforzo di analizzare l’illegalità giuridica del curioso regalo, i più si fermarono a una improvvisata versione populistica. Ricorre frequente, con il ritorno della Crimea in Russia, il raffronto con l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi, e quello sull’occupazione turca della fascia siriana al confine meridionale (ottobre 2019).

Il mondo parla della Crimea come di un tema di rilevanza fondamentale per l’umanità. Non lo è.

Ma visto che lo si vuole sfruttare come tale, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbe attivarsi (avrebbe dovuto farlo molto tempo fa) per fare chiarezza, e a chi meglio rivolgersi se non alla Corte Internazionale di Giustizia? Dovrebbe chiedere un parere consultivo su un quesito così formulato: “È stato legittimo in diritto internazionale il regalo di Nikita Chruščëv della Crimea all’Ucraina, nel 1954 e, in caso lo considerasse nullo e di nessun effetto giuridico, quali furono, a quel tempo e tutt’ora, le conseguenze rispetto alla sovranità sulla penisola, quali i rimedi da adottare”. Sarebbe stato semplice farlo, ma l’ONU poco fa per la pace nel mondo.

L’ONU e il Consiglio di sicurezza reagiscono tipicamente in modo incostante. Quando nel 2008 il Kosovo dichiarò unilateralmente la separazione dalla Serbia, l’ONU accettò la dichiarazione di indipendenza anche se irregolare. Esempio spettacolare dell’inefficacia del Consiglio di sicurezza è il modo come da sempre gestisce Israele.5 Altro esempio di inerzia del Consiglio fu l’omissione di intervento contro la ingiustificata e illegittima furia guerresca di G. W. Bush quando questi accusò con menzogne, e aggredì, lo Stato e il popolo iracheno al quale inflisse nove anni di sanguinosa e crudele guerra (dopo tredici anni di sanzioni). Il Consiglio di sicurezza aveva dimostrato ignavia quando gli USA si resero colpevoli di crimini di guerra in Laos,6 e deplorevole fu il suo silenzio dinanzi alla strage-esecuzione di 500 civili vietnamiti a My Lai per mano dell’Esercito americano. Inadempienza al suo dovere fu la mancata irrogazione di sanzioni contro Israele quando questo Stato, in esecuzione del lodo di Begin, bombardò gli impianti nucleari iracheni di Oziraq (1981) e siriani di Deir el-Zor (2007).7

Nel 2021, gli Stati Uniti d’America e l’Ucraina stipularono un Accordo Strategico di Partenariato. Nel preambolo si legge: “Enfatizziamo il nostro indefettibile impegno alla sovranità, indipendenza, e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti dalla comunità internazionale, inclusa la Crimea8 (U.S.-Ukraine Charter on Strategic Partnership).

L’affermazione è contestabile, dovrebbe essere: “esclusa la Crimea scippata nel 1954 alla Russia” (excluding Crimea snitched from Russia in 1954).9

Nicola Walter Palmieri

 

1 Della quale Chruščëv era stato in precedenza Primo Segretario del Partito Comunista.

2 V. sul tema Mark Kramer, “Why Did Russia Give Away Crimea Sixty Years Ago?”, Cold War International History Project, Wilson Center, https://www.wilsoncenter.org/publication/why-did-russia-give- away-crimea-sixty-years-ago. E documenti allegati fra cui: Decree of the Russian Soviet Federative Socialist Republic Council of Ministers, Concerning the Transfer of the Crimean Oblast’ from the RSFSR to the UkSSR, F.259. Op.1. D.645. L.159. Published in Istoricheskii arkhiv (1992).

3 Fra i critici del referendum ci fu chi osservò che solo tatari, originari abitanti della penisola, sarebbero stati legittimati a votare.

4 E lasciò che Stati individuali, raggruppamenti e organizzazioni internazionali (USA, i Visegrád, l’alleanza NATO, l’agglomerato internazionale UE) elevassero contro la Russia illegittime sanzioni.

Il Consiglio di sicurezza, creato per impedire conflitti armati (“può intraprendere con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale”), si trova con le mani legate dai cinque veti, capace di intervenire solo contro staterelli deboli e senza amicizie. Avrebbe dovuto fare sentire la sua voce quando, con il regalo della Crimea, Nikita violò il diritto internazionale, e avrebbe dovuto intervenire, nel 2014, con misure idonee e obiettive, anche in applicazione del Capitolo VII dello Statuto, per impedire che i comportamenti americani e russi sforassero in sanguinosa guerra.

5 Quando questo Stato venne ammesso come Membro delle Nazioni Unite (11 maggio 1949), esso assunse incondizionatamente l’impegno di non “perseguire politiche su qualsiasi questione che fosse inconsistente con le . . . Risoluzioni dell’Assemblea e del Consiglio di sicurezza” (Risoluzioni A.G. 181/1947 e A.G. 194. III/1949); e riconobbe specificamente Gerusalemme come città franca (“The City of Jerusalem shall be established as a corpus separatum under a special international regime and shall be administered by the United Nations”). Israele violò gli impegni e, alla protesta del Ministro degli Esteri americano Dean Rusk, la controparte israeliana Abba Eban rispose scrollando le spalle “abbiamo cambiato idea”. Israele violò anche la Dichiarazione universale dei diritti umani (articoli 13.1. e 2, 17.2), tenendo occupati i territori conquistati in guerra – le Golan Hights, la West Bank, la Striscia di Gaza, il Sinai – che continua a tenere. Nel 1980, proclamò con legge costituzionale Gerusalemme capitale del suo Stato.

6 Bombardamenti mirati contro la popolazione civile laotiana con ordigni a grappolo, 600.000 incursioni (8 all’ora, 24 ore al giorno, per nove anni). 2,5 milioni di tonnellate di bombe furono sganciate sul Laos che non era in guerra con nessuno.

7 Questa mia precisazione potrebbe essere percepita come scomoda perché racconta fatti che il mondo per bene vorrebbe dimenticare. A chi la pensasse così è consigliato il ripasso di John Stuart Mill: “Se tutta l’umanità meno una persona avesse una opinione e una sola fosse di opinione contraria, l’umanità non sarebbe giustificata nel fare tacere questa persona come questa, se ne avesse il potere, sarebbe giustificata nel fare tacere il mondo intero”.

8 “Emphasize unwavering commitment to Ukraine’s sovereignty, independence, and territorial integrity within its internationally recognized borders, including Crimea and extending to its territorial waters”.

9 Il Presidente ucraino continua a sostenere in pubbliche apparizioni la indiscutibile sovranità ucraina sulla Crimea ma mai correda i suoi discorsi con argomenti storici e giuridici, escludendosi così dall’essere preso in seria considerazione.

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