Terrorismo di stato?

| |

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’avv. Nicola W. Palmieri sul recente “colpo di drone” realizzato dagli USA a Kabul, in territorio straniero sovrano:

Il 1° agosto 2022, il presidente americano comunica al mondo con una punta di orgoglio: “Sotto la mia direzione, gli Stati Uniti hanno con successo concluso un raid aereo a Kabul in Afghanistan uccidendo l’Emiro di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri… Quale interesse abbiamo in Afghanistan ora che al-Qaeda è finita?

Forse al-Zawahiri era già morto da tempo (come fu probabilmente il caso di Osama bin Laden quando, avvolto da mistero, ne venne celebrato in USA l’assassinio). Uccidere i propri nemici ovunque nel mondo è regolarmente perpetrato dagli USA, generalmente per auto-incensamento dei capi e ampollosa propaganda elettorale.

Rimane il fatto che è un’operazione terroristica vietata dal diritto internazionale. Lo fa anche Israele, giustificato dalle Scritture, Ez 25:17, per motivi di sicurezza nazionale.

L’articolo 2.4 dello Statuto dell’ONU stabilisce che “I Membri delle Nazioni Unite devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”. L’Assemblea Generale ribadì: “Ogni Stato ha l’obbligo di rispettare il diritto di tutti i popoli… alla propria sovranità, l’integrità territoriale degli Stati e l’inviolabilità delle sue frontiere, incluso il diritto di determinare il proprio sviluppo senza interferenza o intervento esterno nella conduzione delle sue attività interne” (GA-33/53, 15 dicembre 1978).

Sprezzante del diritto internazionale, il precedente presidente Trump ordinò l’assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, comandante della Guardia Rivoluzionaria, in Iraq. Tentò di legittimare il crimine, eseguito con un drone all’aeroporto internazionale di Bagdad, invocando leggi interne americane (la Costituzione e la sua posizione di Capo delle Forze Armate). L’attuale Presidente non si è curato di cercare una giustificazione. Gli occorre solo ridare smalto alla sua personalità in frantumi, per cui non ha saputo fare di meglio che posare da feroce giustiziere (assassino), e vantarsene.

Le incursioni in Paesi stranieri sono violazione di sovranità, atti di terrorismo. Gli USA lo fanno regolarmente, ma non tollerano che il mondo faccia altrettanto negli affari delle Americhe (1). Gli USA hanno basi militari ovunque, i Paesi del mondo non devono avere alcuna base in USA. La visione dei presidenti americani è espressa dai concetti che nessun Paese deve interferire con la prerogativa americana di mantenere controllo del mondo, che gli USA possono violare la sovranità delle Nazioni indipendenti, che gli USA devono combattere ed eliminare i comunisti, e che soprattutto devono con continue guerre alimentare le commesse militari per mantenere vibrante la loro economia (2).

L’inquilino della Casa bianca non sembra conoscere i grandi saggi e intellettuali del suo Paese. Thomas Paine scrisse: “Chi vuole rendere sicura la sua propria libertà deve proteggere da oppressione anche il suo nemico perché se viola questo dovere crea un precedente che si ritorcerà contro se stesso”. Dovrebbe essere punito con sanzioni alla persona. L’autorità per farlo spetta al Consiglio di sicurezza che però è paralizzato dal sistema di voti concorrenti e veti. Questo sistema è stato la causa di grandi tragedie, il mancato intervento per prevenire e impedire le atrocità commesse nei Balcani e in Rwanda negli anni ‘90, impedire gli attacchi illegittimi contro la Iugoslavia, l’Iraq, la Libia, le atrocità contro le minoranze musulmane Rohingya in Myanmar. (3)

Nicola Walter Palmieri

1. L’articolo 19 della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani stabilisce che “nessuno Stato o gruppo di Stati ha il diritto di interferire direttamente o indirettamente, per qualsivoglia ragione, negli affari interni o esterni di qualunque altro Stato”. E l’articolo 21 aggiunge che “il territorio dello Stato è inviolabile, non deve essere l’oggetto di occupazione militare anche solo temporanea, o di qualsiasi altra misura diretta o indiretta di forza adottata da un altro Stato, quale ne sia la ragione”.

In occasione della rivoluzione dominicana (1965), nonostante il divieto di intervento, gli U.S. Marines sbarcarono. Lo scopo era di impedire una vittoria della forza rivoluzionaria che gli USA ritenevano dominata da comunisti. Per gli USA, l’intervento è sempre giustificato se la vita di cittadini americani è in pericolo. Ciò non fu il caso in questo episodio finché gli U.S. Marines non incominciarono ad aprire il fuoco.

2. Woodrow Wilson aveva detto che favorire l’economia di guerra con la creazione di un programma di continua preparazione alla guerra si ispirava al concetto che le grandi spese militari agiscono da stimolo per l’economia e sono indispensabili per sostenere il capitalismo.

3. Per ovviare al malfunzionamento del Consiglio di sicurezza venne inventato l’astruso concetto della responsabilità di proteggere che avrebbe dovuto permettere ingerenza nella sovranità di altri Stati da parte della comunità internazionale, una “grande ipocrisia da parte dei sostenitori di questa dottrina quando affermano che intendono rafforzare la sovranità nazionale costringendo gli Stati a rispettare e proteggere le loro popolazioni…. la responsabilità per proteggere è una sorta di astuzia giuridica che tenta di inserire il diritto di ingerenza nel diritto internazionale mentre i principi del diritto internazionale respingono con fermezza le interferenze”, scrive Jean Bricman.

Precedente

Il Pastrocchio

Il diritto di difesa nelle dispute internazionali. A chi rivolgersi?

Successivo

Un commento su “Terrorismo di stato?”

  1. Ormai è noto anche ai più imbecilli: i poteri USA hanno superato ogni limite tollerabile. Sono tanto arroganti, spregiudicati, senza ritegno, colpevoli dei peggiori crimini verso l’umanità quanto disperati sull’orlo dell’abisso del loro imperialismo gretto.

    Rispondi

Lascia un commento