Mussolini andò in Giappone?

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E’ un libro che gioca con la “storia” del Duce, raccontando una sua versione su Mussolini, che si discosta rispetto a quella ufficiale in un piccolo dettaglio che appare quasi verosimile: negli ultimi giorni Mussolini decide di non andare in Valtellina ed accetta di farsi sostituire da un sosia.

Ne consegue che le strade di Mussolini e quella del sosia, insieme a Claretta, si dividono e portano in luoghi e finali differenti.. Quello che tutti videro appeso capovolto ai tralicci del distributore di benzina in piazzale Loreto, insieme a Clara Petacci barbaramente uccisa, in quel lontano 29 aprile 1945, altro non era che Mario, il sosia, una controfigura, nello specifico un dentista che aveva trascorso la vita ad ammirare le gesta del dittatore imitandolo fin nel minimo dettaglio.

Questa è l’interessante ultima fatica di Angelo Paratico dal titolo “Mussolini in Giappone”, Gynko edizioni, collocata sui binari dell’ucronia della storia che per sua natura mette in discussione i parametri finora utilizzati nel descrivere gli eventi storici. Troppo condizionati noi lettori dalle vicende della seconda guerra mondiale al punto che la parola Mussolini, inserita nel titolo di un libro, già predispone a leggere la tragicità di un conflitto in cui il personaggio in questione ha coinvolto il popolo italiano dopo un ventennio di dittatura. Su di lui la storia ha emesso un verdetto tranciante rimesso in discussione dal maneggevole e sciolto libro dello scrittore veronese che, con un guizzo di libertà che tal genere letterario gli consente, modifica il finale tragico restituendo al protagonista quell’intuito necessario a non farlo catapultare nella ridotta della Valtellina, con le conseguenze che noi tutti conosciamo.

Se Mussolini non fosse morto a Giulino di Mezzegra perchè mai andare in Giappone, come meta della fuga?

Come condusse la sua esistenza da quel momento in poi? E ancora: se accettò, lui che si sentiva protagonista unico degli eventi, di farsi sostituire era perché aveva intuito che la ridotta della Valtellina sarebbe stata una trappola, allora il suo cinismo aveva offuscato i suoi sentimenti al punto da lasciare Claretta allo sbaraglio?

Le risposte le possiamo trovare leggendo il libro che ci porta a cogliere, non solo gli avvenimenti ma soprattutto i vissuti del protagonista.

Il titolo ci da un’informazione importante: andò Giappone, ospitato dall’imperatore Hiro Hito suo alleato.

Attraverso la sua fuga, avvenuta tramite un sommergibile d’origine italiana, le azioni e reazioni del protagonista vengono scandagliate in tutte le sue angolature fino a trovarsi di fronte un essere umano comune a molti altri, con pregi e difetti. In questo modo il protagonista, spesso inquadrato dalle più svariate biografie, si toglie gli abiti che gli sono stati, suo malgrado, cuciti addosso e diventa persona. Ma che tipo di persona? Sarà sempre la lettura a chiarirne l’identità.

Non solo ma quello che più incuriosisce è leggere le vicende della guerra da dietro le quinte e capire come gli attori politici recitano e si muovono in modo assai diverso da come la storia li ha etichettati. E’ vero, si tratta di fantastoria ma tutti sappiamo che la realtà supera la fantasia, stupiti dal fatto che anche quell’uomo che era stato tra i più ammirati e temuti in Europa, possa vivere sensazioni e cedimenti che mostrano le sue meschinità e paure non esenti da un velo di umanità.

Mussolini in Giappone, tra i monaci buddisti a contatto con la natura e nel silenzio, si trasformò.

Un tracciato originale da leggere tutto d’un fiato, perché ci si sente meglio quando il male sembra sfumarsi quasi a trasformarsi in bene, così insegna il Buddismo, il modus vivendi più antico e saggio, anche per lui il karma non tardò a presentarsi.

Rossana Mondoni

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