Adolf in ginocchio che chiede perdono. E’ possibile?

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Le attuali vicende in Ucraina, che hanno riproposto le immagini di carrarmati sul suolo europeo, dimostrano che la pace non è un semplice concetto ideale, richiede impegno umano, politico e spirituale. La guerra, oltre che i morti, porta con sé rancori, odi, difficilissimi poi da sradicare anche quando gli artefici che hanno procurato i danni sono ormai trapassati ad altra vita. E’ questo il caso di Hitler e della Germania. Il fuhrer è considerato ancora oggi il male assoluto, vincolando in questo modo una parte importante dell’Umanità al continuo ricordo delle atrocità compiute e delle conseguenti emozioni negative. Sul piano storico, non ci sono alternative, però sul piano spirituale esistono delle vie di liberazione basate sul perdono, che richiedono la capacità – da parte delle vittime – di saper perdonare anche chi si è macchiato di colpe gravissime. Così si espresse il filosofo Jacques Darrida:

O il perdono perdona l’imperdonabile o non è perdono”.

Qualcuno ci ha provato a superare la barriera, come Rossana che nel ricordo del padre deportato a Mauthasen nel 1944 per 15 mesi, ha raccontato la sua storia personale come vittima indiretta delle malefatte di Hitler. Non solo, intreccia un dialogo onirico: nel sogno Adolf, pentito di tutte le sue crudeltà, la invita a trasmettere al mondo la sua richiesta di perdono. Una richiesta ritenuta irricevibile a molti eppure da prendere in considerazione, non fosse altro perchè “libera” le vittime e i dicendenti dal doloroso ricordo carico del passato.

Il libro propone una situazione apparentemente imbarazzante, la condanna dell’uomo malvagio tranquillizza la società, mentre la richiesta di perdono inquieta e spinge ciascuno a riflettere sul tema del male scoprendo che è anche dentro di noi.

Il volume è un intreccio tra riflessione storica e la storia documentata degli eventi, sempre presenti nella narrazione. Il piano onirico è legato alla coscienza e all’inconscio dell’uomo e permette di dare un senso profondo a tutta la vicenda.

A questo punto si vorrebbe sapere cosa potrebbe accadere ad Adolf Hitler, imprigionato tra i rovi in una sorta di limbo. Protrebbe salvarsi oppure essere dannato? La risposta è nelle mani dell’Altissimo a cui Hitler si rivolge, noi al massimo possiamo cercare degli indizi: alcuni sono proprio nel libro “Il mio sogno: Adolf in ginocchio” altri sono nelle decisioni degli uomini, in particolare delle sue vittime o dei loro famigliari.

Il libro scritto da Rossana Barbara Mondoni con Luciano Garibaldi è uscito per i tipi della Gingko edizioni. Gli Autori lo hanno presentato ufficialmente il 29 marzo scorso a Verona presso lo spazio LISTON 12 di fronte all’Arena. Nel corso dell’incontro gli Autori, l’Editore e l’avvocato Abbondio Dal Bon hanno dialogato sul significato profondo del perdono che diventa quasi paradossale se associato all’immagine del fuhrer ormai radicata come il “male” nell’inconscio di ciascuno di noi.

E’ risultato evidente che, se si vuole fare un passo avanti nella nostra evoluzione umana, non ci sono altre strade percorribili.

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